Parole di Paolo Caccia Dominioni su Gaetano Lenci, nel suo libro Alamein 1933-1962, ed. Longanesi & C.
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Scrive il colonnello Camosso: << All'inizio di ogni sbalzo molti non si alzano più >>.
Il IV, ridotto a pochi ufficiali e qualche decina di paracadutisti, viene annientato all'alba del 6, nella regione di Deir el Serir, immensa conca di
sabbia gialla: è ucciso il tenente Gaetano Lenci, giovane avvocato milanese di origine napoletana, proveniente dal reggimento Savoia cavalleria,
spesso premiato in concorsi ippici, bel figliolo bruno dagli occhi azzurri e arditi.
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Nell'ultima seduta lo spirito disse che in posizione 30°36I15II nord per 28°29I35II est era ancora visibile, sopra la sabbia, un pugnale da
paracadutista e che a pochi metri era caduto il tenente Gaetano Lenci del suo battaglione.
Il punto si trovava nella grande conca di Deir el Serir, dove si chiuse la tragedia della Folgore e dove in precedenza era stato invano cercata
quella salma in presenza dell'avvocato Goffredo Lenci, uomo di grandissimo animo e padre del caduto.
Una nuova ricognizione, con rigorosi rilievi topografici, trovò il pugnale, non la spoglia che il nemico avanzante aveva probabilmente trasportata
altrove.
"Medaglia d'Argento V. M." TENENTE GAETANO LENCI
MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D'ARGENTO AL VALOR MILITARE
"Comandante di Plotone, in successive aspre azioni di retroguardia, si offriva sempre per assolvere onerosi compiti che affrontava con slancio e
spiccato sprezzo del pericolo.
Attaccato da preponderanti forze corazzate, pur di dar tempo e spazio alle unità ripieganti, le impegnava audacemente. Ferito persisteva
indomito nella disperata cruenta lotta, finché cadeva sul campo dell'onore. Già distintosi per capacità e valore personale in precedenti azioni di
guerra".
A. S. Settembre-Novembre 1942