Qattara
DOCUMENTI E ARTICOLI

COMBATTIMENTO A NAQB RALA

Ebbe inizio verso le ore 01 A.M. del 24.10.1942 mentre era in atto l'attacco a Q105.
La massa attaccante era costituita dai battaglioni 1° e 2° Legione Straniera e un btg inglese (divisione France Libre), per complessivi 1300 uomini, appoggiati da una colonna mobile di carri, autoblindo, bren-carrier, artiglieria, C/C da 2 e 6 libbre e mortai d'assalto.
L'attacco fu sferrato dal fronte sud dell'altura di Naqb Rala (depressione Qattara) alle spalle del V BTG.
Fra il personale dei 47/32 e dei 3 mortai da 81, in tutto vi erano a difesa meno di 400 folgorini; investiti alle spalle, questi non poterono opporsi che con gli uomini dei mortai,attestati sul retro del battaglione,e i circa 80 uomini tenuti di rincalzo dal comandante del V° proprio per contrastare una eventuale minaccia da sud.
Luogo dello scontro fu la cosiddetta rampa (piano inclinato che dalla depressione sale verso il plateau del Rala direzione S-N) al vertice della quale erano piazzati i pezzi da 47/32 della 4° batteria.
Il primo btg della Legione attaccò da S-E le posizioni dei mortai isolate e i paracadutisti che le presidiavano si lanciarono al contrassalto costringendo gli attaccanti al combattimento statico.
Parte dei francesi li sopravanzarono giungendo nella piana del plateau, investita poco dopo da S dal 2° btg francese.
Entrarono in azione (verso le 3 A.M.) gli uomini della forza di rincalzo, che contrassaltarono con determinazione costringendo gli attaccanti ad arrestarsi e retrocedere.
Il terreno era cosparso di dune e piccoli costoni e i folgorini li utilizzarono per dividersi in gruppi di tre quattro uomini.
Benché feriti e in minoranza, dopo circa 3 ore i legionari dovettero ritirarsi proteggendosi con il fuoco dei mortai e dei cannoni da 2 libbre, efficacemente contrastati dai pezzi da 47/32 della 4° batteria.
Al mattino, i francesi erano in ritirata nella depressione e furono mitragliati da 6 autoblindo tedesche.
Sul campo minato lasciarono 3 carri, alcuni blindati e la maggior parte dei mezzi di trasporto.
I caduti furono più di 300.
Dei circa 130 paracadutisti entrati in azione ne caddero 80.

Considerazioni:

1)La rampa era una zona piatta senza ripari, ma gli italiani seppero sfruttare al meglio le piccole asperità
2)L'iniziativa personale, basata sul contrassalto e la suddivisione in piccoli nuclei, senza riguardo alla sproporzione dei mezzi e uomini
3)Il rigido schema dei francesi articolato in scaglioni consistenti, senza capacità di adattamento alle situazioni contingenti
4)Il puzzo di alcol degli assalitori che, con vento alle spalle, consentiva ai nostri di localizzarli già da alcuni metri prima
5)L'uso massiccio delle bombe a mano da parte dei difensori
6)Il fattore psicologico: vedendo, i francesi, che le prime unità attaccanti retrocedevano senza sosta, furono indotti a credere che i difensori fossero molto più numerosi

  naqb rala