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La cattura di Giarabub
La cattura di Giarabub

La cattura di Giarabub

La battaglia di Giarabub è un episodio della seconda guerra mondiale che vide la sconfitta di reparti italo-libici, dopo una strenua difesa dell' oasi libica, ad opera delle truppe britanniche.

Inquadramento
Giarabub è un'oasi che si ritrova vicino all'Egitto, a circa 200 chilometri dalla costa. Gli italiani era schierati in questa posizione dal settembre del 1940; essa rimase l'ultima oasi a resistere ai nemici durante l'offensiva britannica dell'inverno 1940-41.
L'assedio
Inizialmente si contavano 1340 italiani e 800 libici. L'artiglieria era costituita da qualche pezzo di piccolo calibro. Agli inizi di gennaio gli inglesi, con svariate incursioni aeree, gettarono su Giarabub centinaia di volantini con inviti alla resa di fornte alla schiacciante superiorità britannica. Tuttavia, gli appelli alla resa non sortirono effetto e il morale dei difensori rimase alto.
Tra gennaio e febbraio l'iniziativa degli assedianti si fa più intensa: si combatte per conquistare le posizioni dominanti (Giarabub, nel suo punto più basso, si trova ad una trentina di metri sotto il livello del mare) e sono sempre scontri cruenti, aspri, spesso a distanza ravvicinata: sono noti infatti episodi in cui i soldati hanno attaccato i blindati nemici con moschetti e rudimentali granate incendiarie.
L'oasi venne sorvolata da un aereo britannico, che gettò altri volantini che recitavano:
« Difensori di Giarabub, i vostri capi non vi hanno detto che abbiamo occupato l'intera Cirenaica, catturando 115.000 prigionieri. Ogni vostro sacrifico è inutile. Arrendetevi. Noi vi tratteremo bene »

Il ten.colonnello Castagna chiese ai suoi uomini se volessero arrendersi ottendendo un rifiuto. Il 17 marzo Erwin Rommel fece recapitare questo messaggio:
« Invio il mio saluto ed i sensi della mia stima e ammirazione agli eroici difensori di Giarabub. Continuate a lottare strenuamente, tra pochissime settimane saremo tra voi »

L' attacco finale e la caduta del presidio
Il 21 marzo 1941, il nemico sferrò il suo ultimo attacco, la resistenza italiana finì per essere sopraffatta; lo stesso ten.colonnello Castagna rimase ferito negli ultimi scontri.
« Nell'Africa Settentrionale, il nostro piccolo presidio di Giarabub, al comando del tenente colonnello Castagna, rimasto ferito in combattimento, dopo strenua difesa durata quattro mesi è stato sommerso dalla prevalenza delle forze e dei mezzi avversari »
(Bollettino di guerra numero 288 del 22 marzo 1941)
Gli Ascari a Giarabub
Gli Ascari, la più parte dei quali composta da coscritti e non dai veterani fedeli all'Italia, si distinsero per valore e spirito di sacrificio: uno di loro, ferito, si rifiutò di essere medicato prima della fine del suo turno di guardia; un altro, il Muntàz (caporale) Kalifa, guardia del corpo del comandante del presidio, si distinse per essere riuscito ad abbattere un aereo nemico con la mitragliatrice montata sulle mura perimetrali. Al contrario quasi tutti i libici coscritti fuggirono dal presidio con l'avanzata del nemico e molti, catturati, rivelarono molte informazioni riguardo la dislocazione dei bunker, delle squadre, ecc. Rimasero a difendere il presidio solo i veterani.
Perché difendere Giarabub?
Molti, in Italia e nel mondo, si chiesero perché così tante vite furono sacrificate per difendere un'oasi di così scarsa rilevanza territoriale. Il tenente colonnello Castagna, nella sua opera, rispose che il presidio era localizzato in un punto strategico per l'invio di colonne celeri in soccorso degli altri capisaldi o per condurre eventuali offensive. Si ipotizza infatti che gli inglesi fecero partire da Giarabub almeno 3 colonne di blindati per contrastare l'avanzata italo-tedesca guidata dall'Afrika Korps.
Nascita dell'epopea
Il bollettino delle forze armate italiane informerà che i difensori di Giarabub, sono stati sommersi dalla prevalenza di forze e di mezzi avversari dopo quasi 9 mesi di durissimo assedio, lo sfacelo dell'armata italiana in Africa viene eletta a epopea dalla propaganda per minimizzare le gravi sconfitte in Cireanica.
Non tarderà molto che in Italia le stazioni dell' EIAR incominceranno a trasmettere una "canzone del tempo di guerra" destinata a diventare popolare. Ha per titolo la "La sagra di Giarabub", per la musica di Mario Ruccione è le parole di De Torres e A. Simeoni. Un verso, grondante di retorica propagandistica, dice: Colonnello non voglio il pane / dammi il piombo pel mio moschetto/c'è la terra del mio sacchetto/che per oggi mi basterà.
Il Colonnello in questione, Salvatore Castagna, mentre in Italia si cantano le sue gesta, giace gravemente ferito in un ospedale da campo,e successivamente viene trasferito in India come prigioniero di guerra.
Negli Atti Parlamentari del 13 ottobre 1950 si parla di Salvatore Castagna e dell'evento:
« Questo ufficiale, al comando di 1.300 uomini, rimase isolato nell'oasi di Giarabub nel dicembre del 1941 e resistette per tre mesi e mezzo a forze soverchianti, che avevano accerchiato l'oasi da ogni lato, premendo sulle posizioni dagli italiani con mezzi di gran lunga superiori. Nell'ultima guerra »