Qattara
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  autoblindo ab 40
  autoblindo ab 40

Lo sviluppo dell'autoblinda Fiat Ansaldo ebbe inizio nel 1938, stante la necessità di un mezzo da impiegare nelle colonie da parte della PAI (Polizia dell'Africa Italiana) e la contestuale richiesta da parte del Regio Esercito di un mezzo per la Cavalleria che sostituisse le vecchie Lancia IZ. Fu utilizzando allo scopo il telaio con sospensioni indipendenti e quattro ruote motrici sterzanti che era stato messo a punto per il trattore d'artiglieria Fiat-SPA TM40. Lo scafo era costituito da piastre balistiche imbullonate sul telaio.
In vista del suo impiego come mezzo da ricognizione l'autoblinda venne dotato di doppi comandi, con una postazione di guida anteriore ed una posteriore; ciò permetteva di invertire rapidamente il senso di marcia. Un'altra caratteristica peculiare del mezzo e che ne distingueva la linea erano le due ruote di scorta alloggiate a mezza fiancata; tali ruote, poste in folle, nella guida fuoristrada fungevano da ausilio per il superamento di ostacoli.

 

L'AB40, dotata di 3 mitragliatrici Breda Mod. 38 da 8 mm di cui due in torretta ed una in casamatta nello scafo, risultò fin dall'inizio carente sul piano dell'armamento (fatto comune alla produzione bellica italiana del periodo).
Venne pertanto messo in produzione rapidamente un nuovo modello, l'AB41: tale modello differiva dal precedente per l'armamento, essendo dotato di una torretta con alloggiati un cannone leggero Breda 20/65 Mod. 1935 ed una mitragliatrice coassiale Breda Mod. 38 da 8 mm (la stessa torretta equipaggiava i carri leggeri L6/40); inoltre per sopperire all'aumento di peso era stato sostituito il motore da 78 hp con uno da 88 hp.

Le AB, per quanto dotate di una corazzatura leggera che le rendeva vulnerabili alla maggior parte delle armi, trovarono impiego nei reparti esploranti in tutti i fronti nei quali fu impegnato il Regio Esercito: Africa Settentrionale, dove nella variante AB 41 si dimostrò elemento prezioso sotto Rommel, nei Balcani, in Francia e in Russia.
Fu impiegata durante la battaglia per la conquista tedesca di Roma, ed alcuni esemplari schierati a difesa della capitale dai militari italiani furono distrutti in combattimento alla Montagnola sulla via Laurentina dai paracadutisti tedeschi il 10 settembre 1943. Dopo l'armistizio, preda bellica, molte vennero impiegate dai tedeschi (col nome di Panzerspähwagen AB41 201 e alcune trovarono impiego nella Repubblica di Salò.
Una versione particolare, detta Ferroviaria, aveva l'apparato di trazione adattato a viaggiare sui binari con speciali cerchioni di acciaio. Venne utilizzata prevalentemente nei Balcani assieme con i treni armati del Regio Esercito in attività anti-partigiane.