Nuovi capitoli in "Le mille e una favola" e "Alla ricerca dei relitti perduti"

                                  marzo 2009   

     

 

                                                                

 

                                                                  

 

Rientrati dalla terza missione.

Eravamo divisi in due gruppi, uno composto dai geologi  e altro e uno composto in prevalenza da appassionati e studiosi di storia della campagna d’Africa accompagnati dal REDUCE  Santo Pelliccia.

Giunti insieme all’albergo di Portomarina in Alamein, si fanno le prime conoscenze e ci si scambia opinioni e già si intuisce che il gruppo sarà ben amalgamato.

Ad ognuno l’organizzazione ha fornito una ricca documentazione e un cd nonché una carta topografica della zona molto dettagliata.

All’alba del secondo giorno (nove a disposizione) il gruppo dei geologi parte per i rilievi sulle alture di Alam Halfa dove sono state individuate, tramite rilievi satellitari IKONOS, fortificazioni, fossati anticarro, postazioni per interrare carri nonché le immancabili buche.

Numerosi i reperti che si è provveduto ad interrare per preservarli e fare il punto GPS.

Il gruppo degli appassionati, storici, si è diretto prima alla piramide Marseille, poi via Sidi Abd el Rhaman verso il Sacrario Italiano, Tedesco e Inglese.

Comprensibile e apprezzabile l’intensa emozione scaturita dalla visita a luoghi a noi così cari e ognuno ha trovato il proprio personale motivo di commozione.

 

                                                                 

 

 

Riunione al tramonto sotto le alture di Naqb Rala per il campo notte per i geologi, mentre il restante gruppo faceva rientro in albergo.

Il terzo giorno vede di buon’ora la partenza del gruppo “storico”  verso la linea del fronte: Alamein, stazione, cimitero della Folgore abbandonato, Qaret el Abd, Deir Alinda e finalmente Munassib alla ricerca delle postazioni del nostro Santo Pelliccia.

I suoi ricordi sono vivi e lucidi, ma la realtà del terreno lo confondono: dopo una lunga e accurata ispezione pare aver identificato la sua buca proprio di fronte alle linee minate che separavano gli Inglesi: una collinetta a punta….un fossato e un piccolo corridoio…..due buche, una a valle e una a monte: pare proprio essere questo il punto ma Santo rimane titubante: sai…. Ci si muoveva solo di notte….quella collina mi sembrava più alta….quel corridoio….67 anni sono passati, i caterpillar delle prospezioni petrolifere…la sabbia…

Vogliamo pensare comunque che quello era il posto ove Santo ha respinto gli Inglesi!

I geologi, intanto, dal Naqb Rala, continuano i rilievi verso nord.

Pomeriggio all’Himeimat al Rala e al dosso del Bersagliere e notte al campo .

Temperature basse e forte vento hanno messo a dura prova il gruppo.

 

                                                                  

 

   

        

     

 

La mattina successiva, dopo abbondante colazione, tutti si incamminano a piedi per la classica passeggiata ricognitiva, destinazione: alture di Naqb Rala direzione Naqb el Khadim che raggiungiamo dopo dieci kilometri di salite e discese.

Ci preoccupiamo per la resistenza di Santo, ma questi appare arzillo e allenato più di noi…..

Durante il percorso numerosi reperti affiorano dal terreno, bicchieri in bachelite appartenuti alle dotazioni tedesche, scarponi, filo spinato, una camicia forse italiana con alcune macchie sospette… frammenti di copertoni, bossoli, granate e tanto altro.

Lasciamo indietro i geologi che imperterriti continuano il loro encomiabile lavoro di rilievo e mappatura: raccoglieranno una mole di dati tale che sarà necessario un dottorato di ricerca per riordinare il tutto: lo otterranno!

Sosta pranzo e poi in jeep direzione Moghra con la sua bella oasi disabitata passando e sostando prima al camelpass ( ospedale sotterraneo in precedenza terzo box inglese) poi al pass for cars con le sue belle trincee e con i depositi di materiale bellico.

       

       

 

                                                               

                                                            

    

 

 

                                                                                                 

 

 

Incrociamo la red piste ancora selciata e con le pietre miliari e poi giù nella depressione verso l’oasi.

Qui sostiamo e attrezziamo il campo per la notte.

Alle tre circa del mattino siamo rinfrescati da un acquazzone del tutto inaspettato!!!!!

Continua vento forte che fa volare via una tenda che più ritroveremo.

Il programma prosegue, e di buon ora si parte per la tanto sospirata traversata della depressione di Qattara.

Le foto valgono più di ogni racconto e durante il tragitto che ci porterà all’oasi di Qara abbiamo incontrato sorgenti calde a 70°, tempesta di sabbia, foreste pietrificate e sabbie mobili: un inferno? Un paradiso? Qualunque cosa sia è comunque magia.

Ci accoglie il governatore dell’oasi, e espletate le formalità di rito cominciamo la ricognizione alla ricerca delle postazioni della “Giovani Fascisti” che troviamo; campo notte a ridosso di una falesia per ripararci dal vento ora fastidioso e freddo.

Daniele, per la gioia dei bambini estrae un aquilone e lo fa volare con meraviglia dei presenti ed infine lo dona loro con la preghiera di giocarci tutti.

Qara, oasi di trecento anime con la cittadella fortificata molto simile a Siwa ed anche lei distrutta dal temporale impetuoso degli anni 20.

 

 

                                                             

 

                                                           

 

 

Mattino successivo dopo la solita abbondante colazione si riprende la marcia nella depressione in direzione Siwa che raggiungiamo nel tardo pomeriggio.

Siwa offre molto a chi la visita, ma le nostre ricerche si concentrano sulle postazioni perimetrali della “Giovani fascisti” che troviamo belle e troppo “nuove”, infatti sono state riabitate durante la crisi con la Libia: lo confermano i numerosi reperti italiani inglesi frammisti a quelli egiziani ben più recenti.ù

La spedizione proseguirà poi turisticamente con la visita a Siwa, Marsa Matruh concludendosi con il doveroso saluto al Sacrario Italiano.

Grazie a tutti, splendidi compagni di avventura e…. alla prossima missione.

 

                                                         

 

                                                          

 

                                                         

 

                                                          

 

       

 

                                                          

 

     

     

     

                                                          

 

                                                       

 

                                                       

 

                                                       

                                     

                                                                           GRAZIE A TUTTI

 

 

 

 

 

  

 

 

16 Agosto 2008 / v06
 

QATTARA HOME
DOC & TESTIMONIANZE HOME




Se volete fare quattro chiacchiere sul deserto del Sahara, scrivetemi:
danielemoretto@libero.it



© qattara.it 2006-2007-2008. Tutti i diritti riservati. Contenuto: Daniele Moretto. Disegno: Giorgio Cinti