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Nuovi capitoli in "Le mille e una favola" e "Alla ricerca dei relitti perduti"
DOCUMENTI E
TESTIMONIANZE
INTERVISTA A SANTO PELLICCIA
a cura di Giuseppe Di Giovanni
Ci siamo dati appuntamento in un bar sul mare e dopo i convenevoli di rito e le
presentazioni abbiamo iniziato una conversazione per me mirata sulla
descrizione di avvenimenti, quotidianità, momenti di esaltazione e di lutto e
di tutto quello che può interessare chiunque di noi al cospetto di una "fonte"
così autorevole.
intanto vi dico che i suoi quasi 90 anni sono mirabilmente portati, abbronzato e
atletico, occhi ancora scintillanti.. la lucidità mentale invidiabile, ricorda
date e nomi, e si ferma solo quando le domande che gli porgo gli fanno salire i
suoi ricordi, le immagini e le vicende più dolorose..
ha con se alcuni documenti e delle foto, poche cose..
non ha più cimeli, la maggior parte di questi è seppellita ad El Munassib..nella
sua buca che divideva con un camerata..
e le armi?...eravate tutti armati con MAB?
no, i Mab lo avevano in due, io ero alla 37(Breda)capo arma(allora si diceva
Portarma) con due addetti alle cassette munizioni ciascuno portava due cassette
da 250 colpi l'una circa) gli altri fucili.
oltre a bombe a mano e coltello.. anche perchè se finivi le munizioni voleva
dire che gli avversari li avevi addosso!
ho visto un fucilone controcarro nella famosa foto dell'ispezione di Mussolini
prima della partenza per l'Egitto, e le bombe a mano come erano?
fuciloni alcuni, in più avevamo i 47 i cannoncini che per quello che poterono
fare lo fecero bene.. anche i mortai..(81mm)
le bombe a mano facevano solo un gran chiasso, ma è proprio questa la cosa che
in pochi sanno..
quando arrivava un carro, noi gli tiravamo addosso 4/5 bombe insieme, sul muso,
i botti(esplosioni) che rimbombavano all'interno del carro nemico induceva i
carristi a pensare di essere stati colpiti e comunque li atterriva e
rincretiniva, così per la maggior parte dei casi questi ultimi scappavano dal
carro, e noi che li attendevamo fuori li eliminavamo!
quando contrattaccavamo la fanteria, lanciavamo moltissime bombe a mano, cosa
che disorganizzava gli Inglesi e li frastornava, dato il baccano che facevano
questi ordigni.. nel tempo in cui loro si riprendevano da questo, noi eravamo
sopra di loro con i pugnali e le pistole..
come facevate a fermare un carro Inglese con le Molotov?
il segreto di tutta la nostra storia è stato l'addestramento, noi con sangue
freddo facevamo entrare i carri nelle nostre linee, che altro non erano che
buche in cui ci nascondevamo ginocchioni sotto, quando i carri erano entrati, da
tutte le buche uscivano in contemporanea Paracadutisti che salivano sui carri o
gettavano incendiarie nei motori e sui cingoli.. dopodichè tutti nuovamente al
riparo in attesa che gli equipaggi uscissero.. e lì terminavamo il lavoro..
poi gli inglesi iniziarono a sparare a zero sulle buche.. addirittura a
cannonate quando fu loro possibile, in molti casi.. le spianavano!
(mi ha fatto il gesto delle mani di un carrista che aziona le leve della
trasmissione dei cingoli)..quando capivamo che un carro ci voleva spianare..
appena si fermava su una buca, il parà che stava dentro schizzava fuori da
sotto.. ovviamente quando ci riusciva!
in altri casi, si piazzavano mina magnetiche inglesi di preda
o cariche sui cingoli..
ma non avevate paura, dubbi?
fondamentalmente si ragionava con questo criterio.. un mostro d'acciaio è
comandato da uomini, e gli uomini sono soggetti a paura e altro..
se noi riusciamo a scatenare questa paura negli equipaggi anche i carri non
saranno più inespugnabili.
come era stato il vostro addestramento?
eccezionale, nonchè difficile e pericoloso.. ci si lanciava dalla torre
(Tarquinia )appesi ad una corda a corpo morto la squadra addetta al recupero
doveva richiamare la corda in tempo altrimenti ci si spiaccicava al suolo..
eravamo tutti giovani, io della mia squadra il più giovane, mi arruolai a 17
anni e mezzo, grazie anche alla firma di mio padre..
l'età media?
20 anni..
il morale?
altissimo, eravamo convinti di essere i migliori, lo eravamo.
dai comandanti in giù tutti avevano un concetto dell'onore e dell'appartenenza
elevato, eravamo scavezzacollo e impuniti, ma in battaglia decisi e addestrati
come i migliori.
avete combattuto con i parà di Ramcke?..
certo, anzi ti racconto un caso in cui in un'azione congiunta tra noi e loro, di
notte, in avanzamento su due linee, ci trovammo a scontrarci proprio con i parà
di Ramcke.. poichè questi ultimi ci avevano sopravanzato, (e tu sai, rivolto a
me, che di notte in guerra chi hai di fronte.. è il NEMICO) e avendo avvistato
del movimento di fronte ci preparammo e attaccammo.. ci fu uno scontro a fuoco
con alcune perdite, alla fine i portaferiti che tornavano con parà tedeschi
feriti ci dissero che probabilmente stavamo sparandoci tra alleati..
si tornò al punto di partenza in silenzio, il comandante la squadra Italiana
preoccupato della situazione, infatti il giorno dopo fu chiamato nella tenda di
Ramcke stesso..
al contrario di quanto si aspettava il comandante Tedesco si congratulò
stringendogli la mano e con questa frase, "Complimenti stanotte avete battuto i
miei diavoli"
...
siete stati creati per Malta.. come andò quella storia?
si, senza dirci nulla ci ritrovammo con paracadute e dotazioni a Derna dopo la
trasvolata..
pare che le prove con fantaccini paracadutati su Malta abbiano dato esito
sfavorevole, in quanto la contraerea dell'isola era temibile e i fantaccini
furono disintegrati in volo..
inoltre “Rommel” voleva continuare lo sfondamento sulla costa che già aveva
portato ottimi risultati e si voleva sfruttare lo slancio..
come vi muovevate nel deserto?..
a piedi.. o con mezzi recuperati (agli inglesi)
a volte ci davano un passaggio..
dove e con quale unità ha combattuto?
io ero con il IV° battaglione sotto Bechi (medaglia d'Oro al Valor Militare)
prima in varie operazioni al sud, poi in postazione a el Munassib (le tre cime
troncoconiche soprannominate dagli arabi treppiede (munassib) utilizzato per
scaldare le loro vivande)
il vitto?
arrivava di notte, a volte brodo, sempre gallette e scatoletta di
carne(immangiabile)
sovente le rubavamo ai nemici o ai Tedeschi..l'acqua circa mezzo litro al
giorno..
la terra di nessuno e le pattuglie?
noi quando arrivammo al fronte eravamo così pieni di vivacità e coraggio da
volersi subito mettere in rilievo.."Il Folgore" al Sud dopo la prima settimana
di ambientamento era Padrone incontrastata della terra di nessuno"..
si dovevano controllare i varchi e chiudere quelli aperti dagli inglesi..
raramente si usciva e si rientrava senza prigionieri, noi eravamo lì fuori e
sentivamo le loro voci, a volte si partiva per missioni in cui ci toglievamo gli
scarponcini perchè nella guazza notturna facevano un pò di rumore e "nel deserto
di notte quel piccolo scricchiolio era come un lancio di sassi.. quindi andavamo
scalzi"
lo scenario del campo di battaglia come era?
era una distesa semipiatta con una serie di collinette e anfratti, tutti e due
gli schieramenti avevano linee di tiro ben definite a ridosso dei campi minati
dove per entrare ti dovevi fare furbo..sull'estremo sud depressione (qattara)
sabbie mobili.. nessuno si avventurava lì.. noi e non solo noi eravamo sul
limite dell'inferno.. ricordo il deserto come inferno e paradiso.
si, perchè oltre alla situazione infernale che puoi immaginare, la notte le
stelle le potevi toccare e l'immensità del deserto era di sollievo oltre che
bellissima.
chi avevate di fronte?..
tutto il mondo.. Inglesi indiani greci francesi legionari sudafricani
neozeandesi e chi più ne ha ne metta.. addirittura crearono uno "squadrone anti
Folgore".. è di ritorno da un combattimento con uno di queste squadre che uno
dei nostri tornò con un pugnale conficcato in testa!
quando un esercito è costretto a creare una squadra "Anti Folgore" vuol dire che
ci temevano oltremodo.. ricordo anche il coraggio dei suonatori di cornamusa
Inglesi(scozzesi)che per spaventarci e metterci in soggezione venivano in avanti
eretti e sotto il fuoco..
noi più che altro li prendevamo in giro, molti caddero.. insomma di fronte
combattemmo con uomini di valore.
che rapporto ha avuto con la "morte"?
ti ripeto, Noi eravamo convinti di noi stessi, incoscienti. .molto motivati e
disprezzanti la morte..
si combatteva con dignità e coraggio, si eliminava l'avversario che non si
arrendeva,
e questo valeva per tutti i soldati e comandanti sul campo.. anche se una volta,
dopo un attacco loro, in cui le presero di santa ragione, il nostro cappellano
si fece avanti allo scoperto con bandiera bianca per riconsegnare loro feriti e
morti.. da una autoblindo Inglese un capitano gli venne incontro, poi
ritornarono nelle rispettive posizioni, il giorno dopo continuò questa
riconsegna, ma lo stesso capitano del giorno prima comunicò al cappellano del
"Folgore" che ordini dall'alto (Montgomery) avevano vietato questa attività..
quindi i caduti rimasero dov'erano.
mi racconta un combattimento?
era un gran kaos, non si capiva niente, noi lavoravamo in squadre.. unite e che
sapevano cosa c'era da fare, sopratutto convinte che i camerati che combattevano
di fianco e davanti si sarebbero fatti uccidere piuttosto che indietreggiare o
fuggire..ci si aiutava in qualsiasi modo..li vedevamo arrivare li sentivamo
dalla puzza dell'alcool di nott, sapevamo dove erano perchè venivano avanti
molto infervorati da queste cose. .li lasciavamo penetrare nelle nostre
posizioni, era solo una questione di sangue freddo, anche se li vedevi a due
metri dovevi rimanere nascosto e aspettare il segnale..
dopodichè arrivava da dietro il segnale e si attaccava tutti insieme, nessuno
escluso e si combatteva spesso corpo a corpo.. questo creò molto spesso da parte
degli attaccanti una sorta di panico e questi non ci capivano più niente..
quindi mancando la necessaria lucidità fuggivano, quelli che resistevano
venivano circondati in sacche e eliminati man mano..
ogni azione di questo genere comportò gravi perdite anche da parte nostra, ma ci
rispettavano anche sapendo che eravamo una percentuale ridicola ed esigua di
forze rispetto alle loro..
questo anche quando poi ci ritirammo..ci sparavano raffiche da lontano, ma
rimanevano distanti fino a quando non erano convinti di averci ben circondati..
allora ci attaccavano con i blindati.
quando parla del IV° i suoi occhi si accendono..
ha conosciuto i guastatori di P.C. Dominioni?
certo, loro stavano con noi, ci accompagnavano per mettere le mine e per
toglierle..
e l'Ariete?.. cosa ricorda?.. come facevano a combattere contro carri nemici di
tonnellaggio e armatura così superiori?
erano dietro di noi, in copertura..
erano eroi, andavano all'attacco e sparavano sui cingoli avversari, o da dietro,
inoltre cercavano di fare leva per cappottare il carro avversario, una sorta di
auto scontro..l'ariete?? continua, L'Ariete continua a combattere!
(non ho proseguito.. su questo discorso)..era dura anche per me!
è
vero che l'attacco al sud fu una manovra diversiva (come alcuna bibliografia
Anglosassone ha teso a dimostrare da sempre)?
assolutamente no, attaccarono al nord e a sud, a sud non passarono...quindi
spostarono la VII corazzata a nord, con quella riuscirono a sfondare al nord e a
tagliarci fuori.. ma non ci siamo ritirati, il nostro fu un ripiegamento
tattico, un riposizionamento..chiudemmo la retroguardia a tutti gli altri che si
stavano salvando..
come andò in quei giorni di novembre..?
dopo esserci riposizionati e aver continuato a combattere arrivammo alla mattina
del 4 novembre
gli Inglesi ci sorvegliavano da distanza, noi sempre a piedi, morivamo di sete
ma sempre con le armi addosso e non ci abbassavamo più neanche quando ci
sparavano delle raffiche..(ci temevano)
c'era chi si portava il pezzo da 47 a rimorchio anche se non aveva munizioni, ma
questo serviva per far desistere le eventuali offese di piccoli gruppi nemici..
eravamo in mezzo al deserto a piedi e circondati..
alla fine ci vennero sotto e ci catturarono..io ero in squadra con pochi altri
una trentina, combattemmo e in 5 persero la vita..ci fu una squadra di otto
uomini che rimasero e si difesero su uno di quei cucuzzoli fino alla fine.. e
gli inglesi pensavano che eravamo ancora tutti là!
io non ero nel gruppo grande che si arrese il 6 novembre..
ma so dirti come andò, tu devi pensare (rivolto a me) che li circondarono con i
blindo e con le camionette con gli altoparlanti gli intimavano la resa, poi
venne avanti una autoblindo e l'ufficiale Inglese gli disse di arrendersi.. gli
spararono addosso.. la camionetta aprì il fuoco e così tutte le altre che li
circondavano.. altri morti, munizioni finite e così tutto il resto..
dopo un'altra ora i comandanti rimasti si consultarono e "senza bandiere bianche
o gesti di mani in alto"..si alzarono tutti in piedi..il comandante Col. Camosso
ordinò la distruzione delle armi e l'adunata dei reparti.. gli Inglesi che li
circondavano cessarono immediatamente il fuoco su di loro e rimasero di stucco
alla scena a cui stavano assistendo..
un ufficiale presentando la divisione al Colonnello Camosso si rivolse così:
presenti :Ufficiali 32, Paracadutisti 272,
morti e dispersi 4.500
mentre succedeva questo un reparto inglese scendava dalle blindo e si disponeva
sugli attenti
e presentò le armi ai 304 disperati(piangevano) superstiti.
sono le ore 14,35 del 6 novembre 1942
Il "Folgore" cessa di esistere.
(sono andato a cercare il discorso del Parà rientrato con un pugnale in testa..
Medaglia d'Oro LEANDRO FRANCHI e questa la motivazione:
Leandro Franchi, più volte ferito in battaglia viene catturato ma riesce a
liberarsi e rientrare nelle linee portando con se un ufficiale ferito in spalla,
durante un nuovo attacco viene nuovamente catturato ma nuovamente scappa
riuscendo a rientrare al suo reparto con un pugnale conficcato nel cranio.)
Paracadutista Franchi Leandro, 186° rgt. fanteria « Folgore».
MOVM, motivazione:
"Volontario di guerra, in numerose azioni rischiose era sempre di esempio e
di incitamento ai propri commilitoni di squadra. Durante un attacco avversario
compiuto con poderosi mezzi corazzati, sopraffatto il suo reparto, rimaneva
ferito in diverse parti del corpo e cadeva prigioniero. Nonostante la
menomazione fisica riusciva, dopo cruenta lotta con sentinelle attaccanti, a
liberare diversi camerati catturati e, dopo inauditi sforzi, a raggiungere le
nostre linee con un ufficiale gravemente ferito portato sulle spalle ed un
altro, rimasto cieco, guidato per mano. Nuovamente catturato durante violento
combattimento, tentava ancora di fuggire ma veniva gravemente ferito. Ripresa
conoscenza, s’impossessava di una rivoltella di un caduto e impegnatosi in epico
corpo a corpo, riusciva, all’estremo delle sue forze, a rientrare al suo
reparto. Paralizzato degli arti destri, quasi cieco, resterà nel tempo, mirabile
esempio di nobile altruismo e spiccato valore personale. — Africa
Settentrionale, novembre 1942."
bene,
abbiamo parlato un pò della guerra e di varie cose, ma non mi ha detto cosa
successe dopo!
dopo che vi catturarono cosa avvenne?
Ci internarono ci spogliarono nudi e ci vestirono..io rimasi in Egitto in un
campo di prigionia come quelli che facevano all'epoca.. due file di recinzione
per migliaia di metri a perimetro rettangolare,
lontani da tutto.. torrette di controllo con guardie armate.. eravamo tanti..
all'interno del perimetro altre recinzioni ci dividevano ulteriormente..
dormivamo in tende..
come era la sorveglianza, insomma come eravate trattati?
i comandanti i campi solitamente erano Inglesi, mentre le truppe che
controllavano il perimetro e le torri no, non sempre.. i problemi si avevano
quando c'erano i Francesi e i Sudafricani..
ce l'avevano con noi.. e non si facevano scrupolo a sparare se facevi qualche
cosa che non andava..
ha ritrovato i suoi compagni in prigionia?
no, eravamo divisi e talmente tanti e il campo talmente vasto che era
difficilissimo ci si rincontrasse..
le condizioni di vita e il vitto?
stavamo stesi sotto le tende quasi tutto il tempo (per risparmiare energie)
poi c'erano dei gruppi sotto controllo armato che entravano ed uscivano per fare
riparazioni o altro e c'era una sorta di commercio con gli arabi che bazzicavano
il campo con piccola merce..
la Fame regnava.. ci si inventava di tutto e si cercava di non farsi mettere
sotto dagli altri prigionieri..se cedevi era finita..
qualche aneddoto?
io per rimediare qualche cosa da mangiare e da scambiare anche per il mio
gruppo, visto che ero giovanissimo e incosciente, avevo preso l'abitudine quando
usciva una colonna di prigionieri per il lavoro, tramite un buco che avevamo
fatto sulla rete coperti alla vista delle sentinelle dai compagni, e dalla
colonna in uscita, di infiltrarmi con loro e nel tempo che restava prima
dell'arrivo della colonna contenente il mio gruppo di razzolare cose da mangiare
tramite gli arabi e gli inglesi stessi..(a loro non importava granchè di noi,
non erano pignoli o altro,
ci lasciavano stare abbastanza tranquilli)..non durò a lungo questo giochetto ,
infatti un giorno mi ero appena intrufolato nella colonna che mi sentii
strattonare da dietro la spalla..
lì, (in prigionia) non è che stavi tanto a chiederti chi e cosa, quindi come
sentii lo strattone mi girai e colpii con un pugno.. presi il comandante la
polizia Militare che mi teneva d'occhio già da giorni dalla torre.. andai a
finire in una cella di un metro e quaranta per un metro e 20.. in muratura con
sei celle uguali alla mia.. il calore insopportabile..
quelli che stavano dentro, dopo che seppero che avevo colpito con un pugno il
comandante la PM
mi dissero di stare in campana per la notte..
così feci, mi misi con le spalle sulla parete di fronte l'entrata poi presi il
buiolo catramato che c'era e misi la "rete del letto" a mò di scudo..
in piena notte sento girare la serratura con calma e in silenzio..dopodichè loro
provarono ad entrare per pestarmi e io li attaccai con le rete e a buiolate..fatto
sta che non ci furono vinti, e il giorno dopo mi trasferirono in un altro campo!
altre cosa al campo?
noi eravamo affamati e tanti e loro gettavano due tre scatolette in mezzo ad uno
spiazzo per vedere come ci ammazzavamo di botte per accaparrarcele..
(capisco da questo che la prigionia è stata "dura vera" e che Lui rimanendo in
"superficie" con questi racconti tende a smorzare il mio interesse per questa
parte..quindi lo assecondo)
Mi
dice che eravate padroni della terra di nessuno..
in cosa consisteva questo possesso? come agivate?
(risp.): Considera che la nostra linea era fatta in questa maniera..
paracadutisti, campi minati, terra di nessuno, campi minati inglesi, linee
inglesi..
si accedeva alla terra di nessuno da varchi che conoscevano solo i guastatori,
erano loro a farli e a conoscerne i passaggi, si andava con loro (uno o due a
seconda del pattugliamento)..ci si muoveva di notte, non si vedeva nulla,
camminavamo con cautela uno dietro l'altro, sulla stessa linea (solitamente un
filo telefonico), passando nel varco della nostra difesa..
dopo qualche minuto eravamo nella terra di nessuno.. un campo di battaglia tutte
le notti..
si usciva possibilmente senza essere visti, si raggiungeva un punto prestabilito
(di controllo/agguato)..e si attendeva..
cosa attendevate?
(risp.): gli Inglesi..!!
durante l'osservazione diurna vedevamo e intuivamo dove e come si volevano
muovere di notte.. c'erano linee minate da rafforzare, nuovi varchi d'aprire e
alcuni aperti da noi.. da richiudere.. inoltre c'erano queste benedette squadre
anti-Folgore che cercavano di eliminarci..
noi ci appostavamo dove immaginavamo avrebbero dovuto passare loro, e poi li
sorprendevamo..
dopo un pò di tempo di questi comportamenti si erano fatti furbi, provarono a
farci un contro agguato.. una nostra pattuglia catturò una pattuglia "esca" ..
ma appena si mossero dal punto di agguato sentirono cingolati e camionette che
si muovevano a circondarli e a loro volta vennero catturati..
un'altra pattuglia di copertura nostra era nella zona, e attaccò sempre di notte
sempre al buio.. insomma l'iniziativa era quasi sempre nostra anticipando le
loro mosse e contromosse.. alla fine tornarono con parecchi prigionieri e con le
Carrier inglesi..
quanto tempo stavate nella terra di nessuno..?
dipendeva dalla missione.. a noi non dicevano nulla, chiamavano la squadra e tu
andavi.. mi è successo di camminare anche per ore, passando anche vicinissimo a
postazioni Inglesi addirittura all'interno delle loro linee, sentendone le
battute e le voci vedendone i movimenti.. e di tornare indietro completamente in
silenzio in dieci..
l'importante era rientrare prima della luce..
una notte dopo aver girovagato per parecchio ed essersi persi in quella
immobilità
che è il deserto di notte. dopo aver cercato più di una volta di prendere
prigionieri in un avamposto che non si riusciva a trovare sempre tra la terra di
nessuno e le linee nemiche, ci trovammo molto fuori zona, rispetto a quella che
era la nostra linea di partenza..
mentre ritornavamo mi sono accorto che stavamo camminando proprio nel centro
della terra di nessuno, sotto un cielo illuminato come non mai, e seguivamo
esattamente la via Lattea che ci conduceva nelle nostre linee, come se fosse un
autostrada bassissima, lucente, esatta.. il guastatore ritrovò l'ingresso del
varco e rientrammo..
insomma..i Guastatori avevano le "chiavi" del "campo"?
si, si entrava e si usciva solo grazie e a loro..
Il
"Folgore" partì per il deserto senza bandiera.. tanta era stata la preparazione
e tanta la fretta nell'organizzare questa Divisione.. che non ci furono
vessilli..
ma alcuni comandanti adattarono il Tricolore Sabaudo con iniziative personali..
ecco che "Ruspoli" venne in possesso della bandiera che a fianco dello stemma
Sabaudo portava disegnato il "Biscione" della casata di Visconti, con il motto
.." e la morte a paro a paro"
che fu il motto del IV° battaglione..
lo stesso Maggiore Bechi musicò e cantò le strofe della canzone del il IV°
adottò..in quel di Tarquinia..
dove.. forse sbagliando, io vedo alcune spunti ispirati dall'inno del Qarnaro
(Beffa di Buccari) di Dannunziana concezione.."siamo cento cento e cento ..tutti
arditi forti e sani...un pò pazzi e un pò poeti.. il fior fiore degl'Italiani..
segue.. e la morte a paro a paro..
sempre sulle divise.. già dal loro primo impiego nel deserto il IV° battaglione,
ad esempio, utilizzò
materiale razziato e ritrovato nelle basi Inglesi (indiane) che erano state
occupate.. ad esempio è riportato che il Maggiore Bechi, comandante il IV°,
apparisse alla vista dei suoi uomini, con camicia pantaloncini corti calzettoni
alti al ginocchio e mocassino di tela e gomma (tipo Clarck) essendo
distinguibile da un soldato di Sua Maestà solo per i colori sgargianti delle
mostrine.. celesti e oro..
il "Nobile" capitano Guido Visconti, di cui accennavo prima.. imparentato con il
Re e proveniente anch'egli dalla Cavalleria.. fu personaggio di grande Rispetto
e Valore..
dopo essere scampato a vari combattimenti, morì grazie ad un ordine dato
telefonicamente dalle retrovie per una riunione da tenersi intorno alle ore
17,30 nel comando brigata.. l'ora della riunione è importante... poichè
essendoci ancora luce, ed essendo sostanzialmente scoperto il tragitto da
compiere per recarsi nel suddetto posto.. e sotto il fuoco delle batterie da 88
Inglesi..
tutto ciò sembrò non colpire più di tanto la percezione del pericolo di
Visconti..
bastava chiedere un ritardo di qualche ora per salvarsi la vita..(ma vuoi l'iter
burocratico, vuoi la necessità i questa riunione... tant'è..)
..scrisse immediatamente prima di quel tragitto il vademecum per il nuovo
comandante che avrebbe dovuto sostituirlo..(incredibile)..una sorta di
testamento.
poi si fece portare dall'attendente la divisa, mise il casco coloniale al posto
dell'elmetto e con passo calmo, intorno alle 17,.. si mosse per la riunione in
retrovia..su terreno scoperto, a passo.
puntuale la salva da 88 ..osservata in silenzio dal resto della compagnia..
i guanti e il casco da una parte.. lui dall'altra disteso..
lo raccolgono con difficoltà e lo riportano nella buca. .con un ampio squarcio
da scheggia nella zona lombo-sacrale.. lo verranno a prendere molto dopo ancora
vivo per portarlo a piedi e in barella al posto di primo soccorso.. lo stesso
Rommel inviò un aereo per portarlo al sicuro in un 'ospedale e per cercare di
salvarlo.. uno dei tanti giorni pesanti per il "Folgore".
altra curiosità..il capitano Ruspoli..era solito calzare scarpe da golf sul
campo..
usanza che si portò nel deserto dalla stessa Tarquinia..inoltre come quasi tutti
gli ufficiali di provenienza dalla Cavalleria..si fece cucire le mostrine del
reggimento di appartenenza nel risvolto del bavero sotto le mostrine ufficiali
da Paracadutista.
..ancora sul lancio della molotov per fermare un carro..
il lancio era effettuato nella parte posteriore del carro.. sul vano motore..
la fiammata e relativo fumo nero, venivano aspirati dalla ventola di aspirazione
del motore del carro e puntualmente questo si fermava tra sbuffi vari.. come già
accennato il carro immobilizzato era facile preda di granate.. solitamente le
squadre lanciafiamme del "Folgore"
alla fine dei combattimenti si muovevano ad incendiare per intero i carri
danneggiati in modo da non poter essere riutilizzati.. cosa in cui gli Inglesi
erano piuttosto bravi, infatti si legge del valore di alcuni dei loro equipaggi
quando si affiancavano a carri danneggiati per coprire la fuga dell'equipaggio e
per cercare di trainare il carro che era stato colpito..
molto spesso all'interno dei carri che rimanevano sul campo c'era materiale
importante per l'economia del deserto.. viveri, alcool, varie.. inoltre per
qualche ora le fiamme che si levavano dai carri incendiati di notte fornivano
una sorta di illuminazione.. scaccia pattuglie!
..se
nella vita si dice che tutto ritorna.. così in guerra,...
la perdita del Capitano Visconti a causa di una salva da 88.. rimbalzò di
avamposto in avamposto.. a qualche chilometro di distanza si poteva osservare le
linee degli artiglieri inglesi da dove si presupponeva fossero partite le
cannonate..
passarono alcuni giorni, non di più..
in una bella giornata con sole. .improvvisamente apparsi dalle spalle dello
schieramento Italo- Tedesco scintillanti due Me109.. si fiondarono sulle linee
inglesi..mitragliamento e spezzonamento..seguirono tre Stukas..le cui sirene
riconoscibilissime facevano da eco ad una serie di sganci di una certa entità..
in una unica zona.. quella degli artiglieri Inglesi.. il tutto durò una decina
di minuti...poi silenzio..una gran nuvola..e per qualche giorno l'artiglieria
inglese evitò accuratamente il tiro di disturbo.
..il cecchino
ogni tanto tornava a colpire..si sapeva della sua esistenza e anche
approssimativamente della sua posizione, ma non era facile da individuare..
el Munassib, avamposto Italiano..un triangolo di cimette e piccole depressioni
all'interno dello schieramento nemico.. esposti su tre lati..
verso uno di questi lati un cecchino da più giorni disturbava la linea
avanzata.. si era accertato tramite esche e finti bersagli che sparasse da
sinistra ad una distanza di circa 400 metri..
forse meno..
è proprio quando sparò ad un fuciliere che, intento a fare "bisogni" e salvatosi
per un pelo, riuscì mantenendo il sangue freddo per osservare l'unica possibile
angolazione di quel tiro, che fu possibile capire con esattezza il luogo..
si pensò inizialmente a sopprimerlo con una pattuglia notturna, ma non si era
sicuri della sua presenza di notte, poi, dopo un rapido parlare si decise per il
mortaio da 81..
venne chiamato l'esperto che in breve tempo insieme alla sua squadra e dopo aver
sancito la presenza del cecchino per quel giorno, grazie a due buchi su un falso
bersaglio, si passò all'azione..il cecchino tirava da una posizione con
sacchetti di sabbia, ben mimetizzata..
il primo tiro ad alta capacità risultò lungo, ma in linea con il bersaglio.. il
secondo e il terzo in rapida successione uno corto,l'altro preciso.. fu visto
cecchino arma e sacchetti saltare in aria centrati..
fino al 23 ottobre la postazione del cecchino non venne rioccupata..
negli
ultimi interventi, come si è notato, ho integrato alcuni fatti accaduti
al IV° battaglione in quel d'Africa..(lo stesso del "Folgore" Santo Pelliccia
che era nella X° compagnia)
con
stralci provenienti dal Libro di Errani dedicato al IV° battaglione
continuo con altri stralci di chiacchierate con il reduce..
si ricorda l'episodio del cecchino raccontato nel libro di Errani?
..certo, lo eliminarono con un mortaio..
e nessuno nei giorni seguenti si rifece vedere da quelle parti.. anche se un
paio dei nostri vennero colpiti nel periodo in cui operò questo
cecchino..(sorridendo aggiunge.. gli misero su come esca un elmetto.. e lui lo
bucò.. poi..)
cosa mi sa dire di Lenci.. mi ricorda qualche avvenimento, e le sue ultime ore?
era un Uomo fantastico.. durante l'offensiva inglese noi di giorno si
dormicchiava nelle buche e durante la notte si stava svegli, certo dopo vari
giorni di combattimeto era difficile stare svegli, eravamo stremati.. lui, come
anche i comandanti erano sempre vigili, passavano nelle buche dando sigarette e
dicendo battute per tenerci svegli e chiedendo sempre se serviva qualcosa..un
giorno colpirono un paracadutista.. una staffetta, le staffette erano le più
ricercate dai cecchini e dalla mitragliatrice che batteva il nostro varco sulla
sinistra dello schieramento poichè erano il collegamento tra le compagnie e
dovevano essere fermate a tutti i costi.. insomma la staffetta và, corre.. si
defila, corre.. si defila.. sempre seguita dai colpi..
a pochi metri dal costoncino che l'avrebbe protetta definitivamente venne
colpita..
rimasto in vista della mitragliatrice il paracadutista ferito era immobile..dal
nostro costoncino uscì una squadra di barellieri..ma vennero presi anch'essi
sotto il fuoco..(non era una cosa non comune, poichè purtroppo era quella la
cosa da fare..la salvezza della staffetta anche se ferita avrebbe comunque
potuto comunicare importanti aggiornamenti al comando di compagnia..)
gli Inglesi continuavano a battere sul ferito e sui barellieri che nel frattempo
erano rientrati e che si preparavano ad uscire nuovamente dopo aver preso la
bandiera con la croce rossa..
in quel mentre Lenci, che aveva osservato la scena uscì dal parapetto a qualche
decina di metri dal ferito, e si piantò diritto gambe larghe e mani sui fianchi
a sfidare il senso di cavalleria nemico.. che stuzzicato in questa maniera così
evidente.. fece cessare il fuoco..
il paracadutista staffetta venne raccolto e Lenci con calma tornò dietro il
costoncino..
(ho letto del rispetto tra le due parti in campo..e continuo a raccogliere
testimonianze di questo)
le sue ultime ore sono tristi da raccontare.. eravamo tra gli ultimi in una
spianata.. una settantina circa.. non ti so dire con esattezza dove sulla
carta..(e mi indica un punto)
lui e altri cinque furono colpiti da mitraglia delle Blindo che ci avevano
intimato la resa qualche tempo prima.. alla quale avevamo risposto con
fucilate..(c'è rammarico nel suo ricordo per queste perdite inutili. .a quel
punto) tra di noi altri fanti e un tedesco che alzò le mani seguito dagli
altri.. e così ci arrendemmo tutti.. ci fecero l'onore delle armi!
cecchini ne avevate?
no, non avevamo neanche fucili di precisione..
come sa, P. Caccia Dominioni e parte del XXXI° riuscirono a salvarsi..eppure
eravate vicini..come successe?
beh, loro erano dietro di noi come comando, inoltre probabilmente avevano
mezzi..(ndr. inoltre Sillavengo sapeva ben districarsi nel deserto)
e voi?
noi eravamo di retroguardia, questi erano gli ordini..e tranne qualche mezzo
requisito e riadattato alla buona o rubato agli inglesi eravamo a piedi..
c'è anche da fare una considerazione importante che spesso le persone non
rammentano..
la Brigata era nata con finalità estremamente offensive..
il nostro impiego nel teatro di operazioni doveva essere eseguito nell'arco di
pochi giorni, venivamo lanciati, dovevamo conquistare un obbiettivo e tenerlo
fino all'arrivo delle truppe le quali, poi ci dovavano sostituire permettendoci
così di rientrare..
ecco perchè anche se eravamo una divisione eravamo solo circa 5000, ecco perchè
non avevamo artiglierie importanti ne mezzi..
con questi presupposti venimmo collocati in mezzo al deserto..(E QUI C'è POCO DA
RIBADIRE O RIBATTERE)
mi racconta uno dei primi fatti che le accaddero nel deserto..?
eravamo al Passo del Carro (una delle prime destinazioni del Folgore in Africa
Settentr.)...appena arrivati.. io avevo un enfield e vedendo altri soldati a
qualche centinaio di metri da me che trafficavano con un camioncino, scendo
nella depressione.. girovagando per conoscere un pò di più la linea che avremmo
presidiato..
avevo pantaloncini corti enfield scarpette tipo mocassini..più mi avvicinavo al
camioncino, e più gli uomini che erano lì si ridossavano dietro il mezzo.. fino
a che non urlai cosa stessero facendo.. appena mi avvicinai uno di loro mi venne
incontro e senza mezzi termini mi disse..
tu sei un pazzo...se avevo un fucile ora eri morto.. ti stavamo tirando
addosso..
(poi aggiunge.. il Destino!)
il destino.. quanto il destino ha inciso nel suo percorso?
...
Risp.
quando avevo 16/17 anni non volli più andare a scuola, non mi trovavo..
mio padre cercò di aiutarmi a trovare un lavoro, ma per quanti sforzi facesse
mandandomi da amici a fare il manovale e altre cose.. dopo poco mi stufavo e mi
mandavano via.. in ultimo entrai nell'esercito in fanteria..
qui entra il primo riferimento al destino..
per un'omonimia il Pelliccia che doveva andare al nord come semplice fante venne
spostato e confuso con un volontario per i paracadutisti...così venni trasferito
a Tarquinia.. ma i miei ancora non sapevano nulla, poichè non era facile
telefonare e per le lettere ci mettevano dei mesi ad arrivare.. un giorno mentre
eravamo schierati arrivò un nuovo tenente che come da norma per familiarizzare
con la truppa si avvicinò ad ognuno di noi chiedendo nome cognome e
provenienza.. io gli dissi il mio e lui rimase interdetto in quanto il caso
volle che era un amico di mio padre che ricollegò in un attimo il cognome con la
mia provenienza..senza scomporsi finì la presentazione e poi mi chiamò in
disparte dicendomi cosa diavolo ci facessi lì..(i paracadutisti all'epoca non si
sapeva neanche cosa fossero, erano considerati dei pazzi fulminati criminali e
senza speranza..) più di una volta mi chiese cosa ci facessi in quel posto e
vista la mia convinzione.. felice delle mie scelte.. comunicò a mio padre la mia
decisione e quest'ultimo firmò il suo assenso alla mia richiesta...qui feci
tutto l'addestramento con un compaesano mio amico che poi venne con me in Africa
e con cui ho diviso la buca fino al maledetto giorno in cui una mina non lo
uccise..
ancora sui combattimenti..
la maggior parte dei combattimenti si svolsero di notte.. in che modo
funzionava..?
Risp.
mi spiega che ciò avveniva sempre con la luna e con una certa visibilità.. per
evidenti motivi..
la mattina molto presto, all'imbrunire.. e così via..
li vedevamo arrivare perchè noi non attaccavamo mai, non potevamo.. troppo
inferiori per mezzi e uomini.. al massimo e di frequente contrattaccavamo quando
si creavano dopo una loro avanzata sacche nemiche decimate che in attesa dei
carri diventavano pericolose con il passare del tempo.. allora prima dell'arrivo
dei loro rinforzi corazzati cercavamo di eliminarli del tutto..
come già accennato.. si stava bassi nelle buche.. evitando di farsi
individuare.. poi allo scoppio della prima bomba,solitamente lanciata dal nostro
comandante e nel pieno dei nemici che ci erano vicini.. si partiva con veloci
raffiche e fucilate e si scattava fuori, all'aperto.. li si era molto vicini al
nemico e il combattimento si riduceva a velocità e freddezza di esecuzione..
il moschetto diveniva una lancia baionetta inastata..ma sopratutto bombe pistole
e pugnali..la nostra calibro 9 era eccellente.. così come il breda..il mio non
si è mai inceppato.
spesso era zuffa vera e propria a pugnalate e loro (nemici) anche così
combattevano..
non avevi il tempo per ricaricare prendevi un bersaglio nel mucchio e lo
assalivi..gli altri camerati facevano lo stesso.. non riesco a raccontarti di
più.. ogni ricordo di questo genere è legato a scene che il cervello tenta di
cancellare.. il campo era una carneficina di corpi smembrati urla kaos..dopo..gioia
di avercela fatta, tristezza per gli amici perduti..orgoglio e sicurezza di non
cedere..da lì non ci passò mai per la testa che potevamo essere cacciati..
non ci cacciarono.. ci tagliarono fuori da nord, dovemmo ripiegare.. finchè
fummo sulle posizioni, anche quelle che erano state sommerse dalle loro forze..
non ci fu resa.. non sulle posizioni di el Munassib.
i prigionieri erano per lo più feriti o scioccati.. alcuni rimasero per più di
24 ore in luoghi terribili circondati da morti per essere recuperati in seguito
dai portaferiti inglesi..
un altro segno del destino..
dovevo passare di grado.. tutti i comandanti di squadra e di compagnia ogni
volta che mi vedevano mi dicevano.. Pelliccia,....ma tu non dovresti essere
sergente?.. ed io.. sissignore..
va bene adesso, appena si calmano un pò le acque vedo che fine ha fatto la tua
pratica al comando. .puntualmente le acque si calmavano ma i comandanti
interessati morivano.. questo successe per tre volte.. l'ultimo fu il tenente
Lenci un paio di ore prima della sua morte a dirmi.. ma.. Pelliccia..ma a te non
ti dovevano fare sergente?
(...c'è un amaro sorriso adesso in Santo..)
io sempre più muto.
il Miraggio..
si parla di trasposizioni di immagini..
appena arrivati , sempre al Camel Pass..
sempre in giro a piedi a visionar terreno circostante.. calma assoluta ...una
splendida giornata..ad un certo punto salgo su un cocuzzolo.. un caldo che
spaccava..
da solo. .davanti a me qualche centinaio di metri.. un Cervo.. gigantesco..
non ci credevo, ancora oggi lo ricordo perfettamente..un cervo gigantesco alto
più di un cervo normale.. ma vero, era lì davanti a me.. immobile lo osservo
assolutamente stupito.. poi piano piano metto una mano sull' enfield che portavo
a tracollo.. ma piano, senza fare mosse azzardate.. lo volevo cacciare e
riportare in compagnia..
sempre piano abbasso lo sguardo sul fucile per un attimo.. lo rialzo..e niente,
il cervo sparito.. allora con circospezione mi avvicino al cocuzzolo.. e cerco
le tracce, guardo al di là.. cerco queste benedette tracce.. ma niente.. no
c'era mai stato nessun cervo.. ancora oggi non me lo spiego.. chissà che mi
successe quel giorno..
ci siamo bevuti qualcosa e poi ci siamo messi a parlare un pò del film
"Alamein"..
che lui ha visto e che mi ha descritto in questa maniera..
ma ti rendi conto??!?! i carri armati inglesi con le luci accese???..in
combattimento con le luci accese?..ma come si fa a dire e fare ste cose.. poi
quei fanti italiani così straccioni che incontrano un paracadutista in divisa
perfetta e con la piega ai pantaloni...ma come si fa?
molti di noi, alla fine erano in mutande.. camiciotto kaki e mutande.. sporchi,
marroni/neri di sangue di amici e nemici capelli dritti e bianchi...scalzi..
resti di divise legate con lacci.. ma come si fa a raccontare ste cose..
Nettuno agosto/settembre 2008
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