Alcune riflessioni sulla morte di Balbo
Il mitragliamento da parte della
contraerea italiana dell'aereo dove era in quel momento Italo Balbo è coperto da
molte ombre. Il dubbio che fu abbattuto di proposito per i noti motivi c'è
sempre stato. Si sa qualcosa di più in proposito? Si hanno certezze o solo
sospetti?
Grazie Nerone
Post di Aerei Italiani -
Sinceramente non ho mai avuto/letto notizie certe del fantomatico complotto.
Come si svolsero i fatti (perdonateni e indicatemi le mancanze):
Il Maresciallo Balbo partiva alle ore 16,50 del 28 Giugno 1940 col suo S.79 da
Derna con il veivolo del Gen. Porro pilotato dal Cap. Leardi.
I due S.79 misero in volo a 800mt sulla rotta Ftejah-Ras el
Tin-Bomba-Mrassa-Tobruk/T.2.
Alle ore 17,20 una formazione di 15 Blenheim (secondo altre fonti 9 ) del 55º
Sqdn attaccava con direzione WNW (proveniente dal mare) attaccava il campo T.2
con una 'violenta' reazione da parte della contraerea della marina e del
S.Giorgio colpendo nell'azione diversi veivoli italiani.
I due S.79 provenienti da Derna ( la stessa direzione dei bombardieri) si
avvicinano senza le procedure di identificazione (per chi avesse visto Tora
-Tora Tora il B.17 che atterra) e senza stabilire un contatto radio con il
comando dell'aeroporto.
Pur avendo abbassato il carrello l'aereo pilotato personalmente da Balbo non
riesce ad essere identificato e giunto al perimetro N.W del campo T.2 a circa
200/250 mt. di quota viene fatto segno da parte di una batteria di Marsa el
Heriga e viene abbattuto in fiamme ai bordi dell'aeroporto. Il secondo S.79 vira
verso il mare ed atterra ad Ain el Gazala.
Muoiono nell'azione oltre a Balbo il Cap. Mot. Gino Campanini Magg. Brunelli,
Cap. Quilici , il Federale di Tripoli Caretti, Ten. Balbo (nipote del
maresciallo ) Il Ten. Florio ed il M.llo Berti.
Cosa possiamo capire dai fatti:
1) Nessuna conoscenza da parte del Campo T.2 dell'avvicinarsi di 2 aerei amici.
2) Nessuna conoscenza da parte di Balbo (se non negli ultimi istanti)
dell'attacco inglese e quindi tutta la concitazione del momento.
3) Errore di avvvicinamento dei veivoli e mancata segnalazione di atterraggio in
aeroporto sotto azione nemica.
4) Inadeguata preparazione del personale di contraerea (in Sardegna e nelle
coste liguri con la Francia avverra' lo stesso) al riconoscimento dei veivoli
amici.
Tra l'atro erano appena entrate in vogore le nuove norme per le insegne in coda.
E' vero Mussolini non amava Balbo , ma e' anche vero che il capo del Governo
sapeva che Balbo era l'unico governatore della 'quarta sponda' (da poco
denominata Libia e grazie proprio a Balbo dal 09/01/39 provincia italiana) che
non si era macchiato di crimini verso il libici, per questo era da loro
'rispettato', e anche l'unico a poter in qualche modo organizzare e galvanizzare
il teatro d'operazione in A.S.
Certo se ci saranno delle prove documentate scritte sul 'complotto' ben vengano
le analizzeremo ben volentieri.
P.S. i documentari RAI come prova non valgono.
Reply di Col. Stevens
Concordo con la ricostruzione precisa di Diego, aggiungo che la nave S.Giorgio
non era collegata al Comando Aeronautica e quindi non fu avvertita data la nota
'incomunicabilità' tra le due forze armate. Ad oggi non sono emersi indizi
storici seri sulla tesi del complotto, rimane il fatto che Balbo era stato
esiliato da Mussolini che lo considerava l'unico 'gerarca' capace di spodestarlo
e lo riteneva una minaccia al suo potere personale.
Stevens
Reply di Manu -
Non dimentichiamoci che a Tobruk erano presenti il XXXI e il XXXII
Raggruppamento Artiglieria G.a.F. - Tobruk per complessive 21 batterie che
avevano il duplice compito della difesa costiera/territoriale come anche
(sicuramente non tutte le batterie) della difesa contraerei in concorso con le
batterie espressamente contaeree. Che il colpo fatale non sia arrivato da
loro.....
Post di Ball -
E' un po' lungo da leggere, ma ci sono delle testimonianze interessanti per
inquadrare meglio la situazione:
Com'era avvenuto l'incidente:
Il 28 giugno 1940, dopo aver compiuto un volo di missione assieme ad un altro
trimotore, Balbo era giunto nei pressi Tobruk, mentre sull'aeroporto -dice la
relazione- stavano cadendo delle bombe sganciate da bombardieri inglesi in volo
ad alta quota. Quasi sulla verticale dell'aeroporto fummo investiti da una
centratissima salva d'artiglieria: sparavano le batterie costiere e quelle
dell'incrociatore San Giorgio incagliato nella baia. Mentre l'artiglieria
italiana sul campo all'apparire dei nostri velivoli li scambiò per aerei nemici
e aprì il fuoco.' (stavano per atterrare; e bombardieri nemici che atterrano è
cosa piuttosto discutibile)
'Noi del primo aereo riuscimmo a deviare verso il mare, mentre quello di Balbo
verso terra. Lo vedemmo scivolare su un'ala e quindi precipitare al suolo dove,
dopo l'urto, si incendiava. Sul posto fu constatato più tardi che l'apparecchio
era stato centrato da un proiettile dell'artiglieria'. E' provato che la Marina
sparò 280 colpi di cannone e anche i sommergibili lanciarono proiettili (Relaz.
di Perino).
(Con Balbo morì anche un famoso giornalista, Nello Quilici. Un grande reporter
che aveva saputo conservare un'invidiabile margine di libertà. Capace di
prendere posizione contro certe decisioni del regime che valsero a Quilici i
rimbrotti vivaci del ministero della Cultura Popolare. Balbo nel 1925 aveva
fondato a Ferrara il Corriere Padano e aveva chiamato Lello Quilici a dirigerlo.
E fu poi Balbo -il giorno dopo l'inizio delle ostilità- a chiamarlo a Tripoli il
12 giugno 1940).
Dopo 57 anni sappiamo dal protagonista cosa avvenne quel famoso giorno. Il
redivivo responsabile dell'abbattimento diede proprio lui l'ordine di sparare.
Cos' racconta il capopezzo Claudio Marzola, del 202º Reggimento artiglieria,
pure lui di Ferrara come Balbo.
'Macchè ordine di esecuzione, quale congiura, quel giorno in batteria non c'era
nemmeno un ufficiale, io avevo vent'anni, ed ero un ragazzino spaventato dalla
guerra. Era dall'alba che stavamo subendo incursioni di bombardieri inglesi.
Incalzavano e solcavano il cielo ogni quarto d'ora. Abbiamo visto due aerei
sulla stessa rotta utilizzata dai nemici, si vedevano male né c'erano segni di
riconoscimento e abbiamo aperto il fuoco. Diedi io l'ordine di sparare a raffica
con le nostre tre mitragliatrici Breda con proiettili da 20 mm. traccianti,
esplosivi e perforanti. I primi ci diedero la certezza che ne avevamo colpito
uno, e quando si avvicinò lasciando una scia di fumo solo allora riconobbi la
sagoma del SM 79. Era spacciato, ci passò sopra e subito dopo cadde poco lontano
incendiandosi. Quando recuperammo qualche giaccone, riconoscendolo scoprimmo che
avevamo ucciso Balbo. Fu una tragedia. L'omicidio di regime? Una stupidaggine,
una vera sciocchezza'. (Intervista-servizio di Mario Fornasari, sul Resto del
Carlino del 26 agosto 1997)
Ma tutte le supposizioni sul complotto non si sono placate, allora e anche a
distanza di anni. Si basano su un non più rintracciabile ufficiale della San
Giorgio che raccontò durante un interrogatorio in Svizzera, di aver ricevuto
l'ordine di far fuoco su quel velivolo malgrado fosse italiano. Vennero poi alla
luce svariate ricostruzioni, storie strane, leggende. A sparare fu proprio
l'incrociatore San Giorgio, sostennero in molti.
Folco Quilici, il padre di Nello saputa la confessione di Marzola ha così
commentato 'Ora so, ma non mi basta. Errore clamoroso e stupido' ... 'Marzola
spero di non incontrarlo mai. Balbo, mio padre e gli altri furono abbattuti
erroneamente da una mitraglietta quasi innocua. Marzola non poteva non conoscere
la sagoma del trimotore, era unica e inconfondibile'. - Folco Qulici si basa
sulle confidenze ricevute da un marinaio della San Giorgio, testimone oculare
dell'episodio (diversi studenti dell'Università dove insegnava Lello Quilici si
erano arruolati sul fronte africano ed erano proprio sulla San Giorgio. (Ib.).
Nota 1- Gli aerei inglesi erano tre Bristol Blenheim che per bombardare volavano
a 2000 metri di quota (nessun bombardiere vola al di sotto di tale quota) mentre
la Breda (che non è un'antiaerea) con i suoi proiettili da 20 mm raggiunge a
malapena i 1000 metri; era quindi un'arma quasi innocua per i bombardieri. Si
sprecavano solo proiettili.
[Reply di Aerei Italiani - 16/09/01
Verissimo, da quello che ho letto purtroppo l'S.79 era in rotta di avvicinamento
a 800mt e in discesa , restano comunque i Tuoi punti interrogativi: La S.
Giorgio avesa tre Breda 20mm e tre gruppi duplici di 13,2 mm difficile centrare
in pieno un S.79 e abbatterlo (L'S.79 era un ottimo incassatore) Nonche' dai
documenti ufficiali della nave si dice di avre (nella campagna in A.S.)
abbattuto 47 aerei quasi nessuno confermato da altre fonti.]
Nota 2 - Nella dichiarazione di Marzola c'è dell'incredibile. 'Ogni quarto d'ora
ci volavano addosso'. Eppure in batteria non c'era nessun ufficiale presente; ma
solo uno spaurito ventenne capopezzo a dare ordini. Ed era appena iniziata la
seconda guerra mondiale.
[Reply di Aerei Italiani -
Appunto incredibile .......e vero che la RAF in quel periodo effettuò (a sua
detta) oltre 250 missioni offensive con i B. ma le Sqdr. disponibili erano solo
due. Riguardo agli ufficiali le poche foto che ho potuto vedere c'e' la presenza
almeno nei 100/47 di uno o piu' ufficiali (questa dichiarazione quindi e' forse
da intendersi a copertura degli ufficiali del S.Giorgio). Non mi spiego comunque
ancora come l'abbattimento possa venir 'rivendicato' da tutte le parti in causa
quasi a vanto dell'azione.]
Nota 3 - 'Ingegno scarso, grande ambizione, assoluta infedeltà, capace di tutto:
ecco Balbo. Conviene tenerlo d'occhio'. L'annotazione al curaro è di Galeazzo
Ciano. Perché Balbo non perde occasione di criticare Mussolini. Quando Ciano lo
ha informato del Patto d'Acciaio con Hitler, Balbo è quasi infuriato 'finirete
tutti a fare il lustrascarpe dei tedeschi' e gli ha sbattuto la porta in faccia.
Quando si parlò di dichiarazione di guerra accanto a Hitler, corse a Roma a
dissuadere Mussolini; ma fu inutile; se ne ritornò in Africa arrabbiato.
[Reply di Aerei Italiani -
Giustissimo aggiungo pero' un appunto dal Diaro di Ciano in riferimento a Balbo:
' Aveva piu' impeto che ingegno, piu' vivacita' che acume. Ma era un uomo
dabbene, ed anche nella lotta politica - che il suo temperamento fazioso
ricercava - non si sarebbe mai abbassato ad espedienti disonoranti ed ambigui.
Non aveva voluto la guerra e l'aveva osteggiata sino all'ultimo. Ma, una volta
decisa, aveva parlato con me un linguaggio da soldato fedele e si preparava - se
la sorte lo avesse assistito - ad operare con decisione ed audacia']
Nota 4 - La principessa Maria Josè andò spesso a trovarlo in Libia suscitando
anche qualche pettegolezzo. (episodi che danno forza alla 'congiura delle
barbette'). Balbo suddito fedele alla monarchia corteggia la principessa e
lusinga il debole principe ereditario: 'Un giorno, confida agli intimi, Umberto
sarà re ed io il suo primo ministro...' (Arrigo Petacco, 26-8-97, Resto del
Carlino) Che avesse l'ambizione di succedere a Mussolini, questo tutti lo
sapevano, compreso Ciano (il delfino e genero di Mussolini).
[Reply di Aerei Italiani -
E' vero, Maria Jose' al tempo era tra le 'pacifiste' nei fatti Balbo si
barcamena tra guerra e pace. Le stesso Nello Quilici redigera' (19 Giugno) su
ordine di Baldo il seguente comunicato x essere lanciato sulle linee inglesi:
'L'Inghilterra sta per stramazzare al suolo per sempre. La carceriera del mondo
e' stata sconfitta su tutti i fronti; le sue catene cadono a pezzi. Gia'
l'incalzano in Egitto inesorabili e sterminatrici le armi italiane.' (A.
Aquarone Nello Quilici e il suo diario di guerra.)
Prima il 27 Gennaio 1940 Balbo in visita a Rodi a De Vecchi dira' 'Ho degli
uomini, ma arrivera' il momento che questa massa, se non ci saranno i mezzi
adeguati, sara' piu' di intralcio che di utilita'. Ho tutta roba vecchia, tutta
roba da fonderia e non da guerra.
Domando, insisto, prego e mi rispondono di non essere intemperante. Promettono
ma sono promesse da marina....' (C.M. De Vecchi - Il quadrumviro scomodo)
Da qui si evince la 'complessità' dell'operato di Balbo prima dello scoppio
della guerra.]
Sulla morte di Balbo c'è anche questa lettera di Rommel inviata alla moglie:
'Ribbentrop mi augura buon viaggio e torna a parlarmi di Ciano ed Attolico
entrambi antitedeschi; egli critica la leggerezza di Ciano ed i pettegolezzi che
egli ha fatto in Germania con signore anche poco conosciute. Mi racconta che ha
criticato Farinacci e Buffarini in pubblico fra tedeschi, e che ha scherzato con
compiacimento sulla morte di Balbo'.
[Reply di Aerei Italiani -
Un giudizio (quasi profetico) di un giornalista inglese Martin Moore che conobbe
Balbo in Libia nel 1938:
'La Sua stella e' in ascesa, il Suo apice imprevedibile. Egli può schiantarsi
domani con il suo aeroplano; può essere mandato in Abissinia e fare cio' che ha
fatto in Libia; può trovare un piu' grande avvenire a Roma. Dovunque egli vada ,
portera' con se' lo stesso spirito di intraprendenza, la stessa energia, lo
stesso fatalistico coraggio. -Nessuno può mai fare qualcosa stando seduto in
casa ed essendo timoroso- . Questo spirito può condurre nalbo alla morte, o al
culmine del potere'.
Raffaele Guariglia cita : 'Il suo spirito di fronda lo faceva ancora piu'
simpatico e popolare , mentrew appunto la sua popolarita' e la sua mentalita'
umana e comprensiva gli rendevano sostanzialmente ostile Mussolini. Se egli non
fosse perito in Libia, sarebbe stato probabilmente fucilato a Verona.' (R.Guariglia
- Ricordi)
Ogni interrogativo quindi può rimanere aperto.]
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