L’altura
del Bramafam, 1447 metri di quota sopra Bardonecchia, è caratterizzata da una
secolare presenza di strutture fortificate. Sul sito del castello, edificato
probabilmente nella prima metà del Trecento e demolito nel 1574, nel 1874 fu
realizzata una prima batteria per bloccare il traforo ferroviario del Frejus;
nel 1886 iniziò la costruzione del forte da considerarsi completato ed attivo a
metà degli anni novanta. Negli anni trenta del novecento divenne sede della 516a
batteria G.a.F; infine nel 1936 sotto ad esso furono realizzate le opere 14 e
15, VIII settore del Vallo Alpino, conca di Bardonechia, quale ultimo intervento
evolutivo.
Il Forte a fine ottocento era la
più importante fortificazione delle Alpi occidentali.
In stato di totale abbandono e
degrado il forte nel 1995 è stato preso in affidamento dal Demanio
dall’Associazione per gli Studi di Storia e Architettura Militare, che ne sta
curando il restauro ed il recupero funzionale tramite la realizzazione di un
museo.
Il museo, dedicato
all’evoluzione della fortificazione e del Regio Esercito dalla seconda metà
dell’ottocento alla Seconda Guerra Mondiale, in continua evoluzione ed
ampliamento, attualmente si sviluppa su di una superficie di 3.500 mq.
Nell’interno del blocco delle caserme, lungo 38 sale, attraverso una serie di
attente ricostruzioni ambientali accompagnate da oltre 160 manichini che
indossano uniformi originali, 30 artiglierie di diverse epoche ed oltre 2.000
reperti di vita militare, si può effettuare un inedito viaggio a ritroso nel
tempo, ridando vita alle fortificazioni e a quegli uomini che le difesero.
Il museo è stato creato ed è
gestito dall’Associazione per gli Studi di Storia e Architettura Militare
(ASSAM). Il forte è tuttora di proprietà dello Stato dal quale è stato preso in
affitto.
Tutte le collezioni ivi presenti,
eccezion fatta per i prestiti dell’Associazione Monterosa e del Museo Nazionale
d’Artiglieria, e che costituiscono solo una parte minoritaria di esse, sono di
proprietà dell’ASSAM
Gli interventi di restauro,
recupero funzionale e gli allestimenti museali sono progettati e programmati dal
presidente Pier Giorgio Corino, che ne segue e verifica l’esecuzione.
L’ASSAM è un’associazione di
volontariato culturale, conseguentemente tutto il personale impegnato nel museo
sia per la realizzazione degli allestimenti sia per la gestione dell’apertura al
pubblico è costituito da soci, ossia da volontari. Quanto finora è stato
realizzato si deve a più 50.000 ore di lavoro di volontariato.