Nuovi capitoli in "Le mille e una favola" e "Alla ricerca dei relitti perduti"

      

 

"Sto camminando in questa sabbia e mi sembra di udire una voce che dice: cammina in punta di piedi, qui riposano gli eroi della Folgore; cammina adagio, non svegliare questi ragazzi che dormono. Inginocchiati sulla terra dove il Tricolore non venne ammainato mai" (Luciano Maiolatesi, reduce d'Africa)

                  

                                       Caporale Luciano Maiolatesi VI° Cp. II BTG

 

La gloriosa 6^ Cp. con l’appoggio di una Batteria di artiglieri del 185°con i  pezzi da 47/52 resistette per quasi tutta la giornata, ma esaurite tutte le munizioni , con le ferite aperte e medicate con mezzi di fortuna  per i più fortunati che non trovarono la morte, sopraffatti da un nemico in forze superiori e tagliati fuori da ogni contatto con il Comando, i supersiti si sono dovuti arrendere.

 Ferito gravemente alla mano destra, Luciano dopo la cattura viene sommariamente medicato ed inviato nel campo di prigionia nella zona dei laghi amari del Canale di Suez. In seguito, viene considerato dagli inglesi non idoneo al combattimento e viene scambiato tramite una nave Ospedale con altrettanti prigionieri inglesi, sbarcando nel porto di Bari alla fine del 1942. Rientra nella sua Jesi e viene assunto dal Comune quale Usciere. Il Comandante Zanninovich lo propone per la M.A.V.M. che dopo il conflitto gli viene concessa con la seguente motivazione:

 

<Caporale paracadutista mitragliere capo arma già distintosi per intelligenza ed ardimento in precedenti azioni, attaccato da forze preponderanti contribuiva col fuoco calmo e preciso della sua arma a respingere un accanito attacco. Nuovamente attaccato, sorpassato, ma non sopraffatto dal numero e dai mezzi, continuava a rimanere al suo posto ed a dirigere il micidiale fuoco della sua arma. Gravemente ferito, esaurite le munizioni, rimasto con pochi valorosi, persisteva in tenace lotta a colpi di bombe a mano finchè riusciva, in virtù di audacia e stoica fermezza, a rintuzzare l’aggressività dell’attaccante. ( A.S.24 ottobre 1942)>.

 

La ferita non non si rimargina e di continuo deve sottoporsi ad interventi chirurgici per evitare la cancrena. La sera del 3 maggio 1956, dall’Ospedale Rizzoli di Bologna dove era ricoverato . Ecco come viene citato dal libro di Caccia Dominioni  “ALAMEIN 1933 – 1962 a pag. 345: Luciano MAIOLATESI, medaglia d’argento, il paracadutista del II battaglione, scrive una lettera al suo antico maggiore, il generale Zanninovich. Non è una lettera come le altre, perché Maiolatesi usa per l’ultima volta la sua mano destra, ferita tanti anni prima ad Alamein,incessante tormento che finalmente, con l’amputazione stabilita per l’indomani, cesserà. 

 

< In questo momento in cui dovrò affrontare una nuova prova penso a Lei che mi ha insegnato di essere forte, di amare tanto la Patria. Prima di venire qui a Bologna per farmi animo ripassai tutte le Sue lettere, le lessi e rilessi perché in esse trovo la mia giovinezza, la mia forza e soprattutto il bene che Lei Signor Comandante ha per me> .

 

Il 4 dicembre 1991, giorno di S. Barbara, Luciano ci ha lasciato sgomenti intorno le 14,00. ai funerali  del giorno successivo è intervenuto un picchetto armato del 5° Btg. ”El Alamein” di Siena e tantissimi paracadutisti di ogni ordine e grado venuti a rendere omaggio ad un grande.

 

Queste sono delle informazione che ho trovato a proposito del Caporale Maiolatesi,  nella foto è il primo da destra.

 Matteo Tajoli

 

 

se qualche lettore avesse ulteriori notizie e foto prego contattare    danielemoretto@libero.it

 

 

 

16 Agosto 2008 / v06
 

QATTARA HOME
DOC & TESTIMONIANZE HOME


BACK


Se volete fare quattro chiacchiere sul deserto del Sahara, scrivetemi:
danielemoretto@libero.it



© qattara.it 2006-2007-2008. Tutti i diritti riservati. Contenuto: Daniele Moretto. Disegno: Giorgio Cinti