articolo l'ala d'italia
1.11.1938
Monumento a Locatelli a Bergamo
Il rifugio
Antonio Locatelli,
alla base delle Tre
Cime di Lavaredo
Antonio Locatelli nato a Bergamo il 19 aprile 1895 e morto a Lekempti il 27
giugno 1936 è stato un aviatore, politico, giornalista e artista italiano.
Nasce il 19
aprile 1895 a Bergamo.
Nel 1913 prende il diploma di "capotecnico" (perito industriale) all'Istituto
industriale di Bergamo e inizia subito a lavorare a Genova all‘Ansaldo, dove in
breve tempo diventa "direttore dei controlli e sorvegliante dei reparti di
fucinatura".
Chiamato
alle armi nel gennaio 1915 (quattro
mesi prima dell'entrata in guerra) diventerà pilota scegliendo la specialità
aerea della ricognizione dove grazie al suo eccezionale senso dell‘orientamento
e con l‘ausilio di fotografia e disegno, discipline di cui inizia ad avere una
certa competenza, riesce a compiere sorvoli audaci e importanti per la difesa
delle truppe taliane al fronte e le sue imprese lo rendono celebre quale "eroe"
della Grande Guerra.
Il 9
agosto del 1918 partecipa al volo su Vienna con Gabriele D'Annunzio che
lo definisce „il mio leone di guardia“. Un volo di quasi 8 ore. In
quell'occasione scatta le fotografie che ritraggono la città di Vienna dall‘alto
invasa dai manifestini con i proclami di D'Annunzio ai viennesi.
Abbattuto
e fatto prigioniero nel settembre 1918,
grazie alla padronanza della lingua tedesca, travestito da soldato austriaco,
riesce con una rocambolesca fuga a riguadagnare il suolo italiano.
Dall‘esperienza trae l‘ispirazione per il romanzo
autobiografico "Le ali del prigioniero“ pubblicato,
con gli auspici di Gabriele D‘Annunzio, dall‘editore Treves di Milano nel 1924.
Alla fine
della guerra riceve la prima medaglia d'oro al valor militare.
Nel
gennaio 1919 membro
di una Missione militare italiana per la promozione aeronautica del nostro
paese, si imbarca per l'Argentina. Dopo varie esibizioni con i suoi compagni
decide di intraprendere la
traversata delle Ande nel punto
più alto. Il 30 luglio (inverno nell'emisfero sud) parte da Buenos Aires,
sorvolata la Cordigliera delle Ande a quasi 7000 metri di quota passando accanto
al "Cerro dell'Aconcagua", supera o spartiacque ed atterra a Viña del Mar, (Valparaíso),
in Cile. Si tratta della prima trasvolata aerea delle Ande (con annesso servizio
postale) che poi ripete dal Pacifico all'Atlantico, da Santiago a Buenos Aires,
in una sola tappa.
Nel
gennaio del 1923 parte per effettuare quello che definisce "il mio viaggio di
istruzione intorno al mondo".
Da Bergamo a
Brindisi in treno, poi si imbarca sul piroscafo "Trieste" e con i mezzi che
troverà, durante i nove mesi del viaggio, attraversa Egitto, Ceylon, India,
Birmania, Siam, Cina, Manciuria, Corea, Giappone, Nord America e riporta quasi
3500 negativi fotografici e 10 taccuini dove, oltre il racconto dettagliato
delle varie tappe, sono presenti circa 300 disegni. Il 16 aprile in riferimento
alle fotografie che sta realizzando scrive a D'Annunzio "se il sole mi assiste e
io persisto riporterò una delle più belle serie che siano al mondo"
Nel
luglio del 1924 col
Tenente Crosio e altri tre componenti dell'equipaggio parte a bordo
dell'idrovolante Dornier Wal "I-deor" per tentare
la trasvolata atlantica, un volo complessivo di circa 6000 km. Le
impossibili condizioni meteo lo obbligano ad ammarare nell'oceano al largo di
Capo Farewell (Groenlandia) da dove non riesce più a ripartire a causa delle
onde e della fitta nebbia. Al quarto giorno viene raggiunto dall'incrociatore
americano Richmond che per un "errore di manovra" distrugge l'aereo e poi lo
affonda per eliminare il relitto potenzialmente pericoloso.
Dal 1924
al 1928 dando
seguito alla sua adesione al movimento fascista della prima ora, quello animato
dallo spirito diciannovista, è deputato
al parlamento, dove si occupa prevalentemente dei problemi dell'aviazione
criticando fortemente il governo di non contribuire efficacemente al suo
sviluppo, cosa che, a suo parere, accade negli altri paesi (nel 1925 il
"Commissariato per l'aeronautica" diventa Ministero con a capo lo stesso
Mussolini e sottosegretario il generale dell'esercito Bonzani-cui subentrerà
Italo Balbo che nel '29 diventa Ministro).
Nel 1928
chiede di poter partecipare alle ricerche del generale Nobile disperso al Polo
con il dirigibile Italia ma, pagando per le sue critiche all'aviazione, la
richiesta gli viene negata. Come accade ai cosiddetti "senatori dell'aria" o
eroi del volo della Grande Guerra anche Locatelli viene messo da parte
dall'aviazione italiana ormai egemonizzata da Balbo e dalla sua concezione di
"volo collettivo" a discapito delle singole eccellenze.
Nel 1929
inizia una collaborazione, 2 articoli al mese, con il "Corriere della sera" e
diventa direttore della Rivista di Bergamo.
Alla fine
del 1933 Locatelli viene nominato podestà di Bergamo. Si
dedica con grande passione allo studio per il risanamento di città alta,
progetto di Luigi Angelini. Già l‘anno successivo, a causa della legge che
impedisce ai celibi di ricoprire cariche pubbliche, e a vari contrasti con il
federale Valli, dà le dimissioni da podestà.
Nel
gennaio del 1936 parte per Mogadiscio assegnato all'aviazione di ricognizione
della Somalia. E
come nella Grande guerra portò a termine il suo lavoro con grande dedizione,
disegni foto descrizioni delle postazioni nemiche.
Incaricato
dal generale Graziani per una missione di verifica dei focolai di rivolta ai
margini dell'impero parte con il generale di brigata aerea Vincenzo Magliocco il
26 giugno a capo di uno dei tre aerei della spedizione, per Lekempti. I tre
equipaggi organizzarono un campo intorno ai tre velivoli, ma la notte vengono
assaliti da un gruppo di ribelli. Dopo essersi difesi strenuamente vengono tutti
uccisi, tranne padre Borello, che si allontana poco prima dell'attacco, e
bruciano nel rogo degli aerei incendiati.
A Locatelli
e agli altri componenti dei due equipaggi viene concessa la medaglia d'oro al
Valor Militare. Antonio Locatelli è l'unico militare dell'Aeronautica decorato
con tre medaglie d'oro.
tratto da wikipedia
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