DOCUMENTI E TESTIMONIANZE
n queste pagine sono raccolti e si raccoglieranno documenti e testimonianze, sia di attualità che storici, relativi alle battaglie che si combatterono a nord di Qattara; sia di memorie, con i racconti degli uomini che vi parteciparono; sia polemici, con ricerca e analisi di come vennero presentati i fatti; sia di carattere documentale, con bibliografie e quant'altro si ritiene possa essere di interesse per il lettore. Queste pagine verranno aggiornate e aumentate man mano che ve ne sarà l'occasione e il tempo, e naturalmente la collaborazione alla loro compilazione è aperta a tutti i lettori.
Caro Daniele,
Sono Diego, ti scrivo da Jerago in provincia di Varese,
sovente mi capita di digitare “El Alamein” alla ricerca di siti, foto e
notizie che possano raccontarmi qualcosa in più su ciò che in parte già conosco
e mi fa piacere incontrare sempre più spesso il racconto e l’emozione di chi,
come me, ci è stato.
Ho visto il bellissimo sito Qattara e letto i tuoi
racconti, anche per me tutto è cominciato da piccolo, da sempre ricordo un
quadro appeso in casa, e mia mamma che prima di andare a dormire mi diceva
“saluta lo zio Diego”… non l’ho mai conosciuto ma è sempre stato con noi.
Conosco poco di Lui, per i miei nonni non era facile
parlarne, so solo che era autista nella Divisione Pavia il suo mezzo venne
colpito in un attacco aereo durante la ritirata, venne raccolto e fatto
prigioniero… morì poco dopo in un ospedale nelle retrovie…
Ricordo i miei che parlavano dell’opera di Paolo Caccia
Dominioni e del Sacrario dove stava radunando tutti i Caduti Italiani, poi al
termine delle medie insieme al tanto desiderato motorino c’era anche il libro
Alamein 1933-1942, trovai subito il suo nome fra l’elenco dei Caduti, iniziavo
a leggere e a capire qualcosa di Lui, oggi ho ancora il libro al quale il tempo
ha aggiunto altri cari ricordi, è un po’ sgualcito, ma sempre piacevole da
rileggere.
Senza rendermi conto di cosa potesse significare ho sempre
desiderato visitare il Sacrario, finchè nel 2002 Renato un caro amico (di quelli
che sforacchiano il deserto in cerca di petrolio) mi invita a raggiungerlo al
Cairo… visita della città.. qualche giorno sul Mar Rosso e poi una visita ad El
Alamein in occasione del 60° anniversario della battaglia, ci vado e dopo la
parentesi turistica, di domenica mattina partiamo verso El Alamein, l’atmosfera
cambia, qui il deserto è diverso dal Sinai, qui c’è una parte della nostra
storia.
Anche i miei amici sono diventati taciturni, il cuore si
stringe davanti alla sagoma bianca del Sacrario, c’è un sacco di gente, non
sapevo della grandiosità delle celebrazioni, seminascosto fra gli oleandri che
costeggiano il viale che porta dalla Corte d’Onore al Sacrario scorgo il cippo
dedicato al 17° Pavia, vorrei correre subito a cercare Diego, ma non ci riesco
la tensione è forte, ascolto il discorso del Presidente Ciampi, le Frecce
Tricolori stendono la bandiera italiana sui nostri Caduti, è un momento di
grande emozione anche per i miei amici che da anni lavorano lontano da casa.
Mi avvio verso l’ingresso , il Carabiniere che non vuole
farmi passare capisce tutto, si scusa e mi fa entrare, il Presidente depone la
corona d’alloro, è impressionante la bellezza e la luminosità di questo luogo
con il mare dietro l’altare, Diego è qui con altri 4800 nostri Caduti, lo cerco
nell’ala ovest, ci sono persone inginocchiate raccolte il preghiera, un signore
anziano piange con la fronte appoggiata ad una lapide e ripete “perché..
perché…”
La cerimonia è ormai finita escono tutti, rimuovono le
transenne e posso attraversare verso l’ala est, non ho portato nulla, mi
ritrovo fra le mani un fiore bianco inconsciamente staccato da una corona,
pochi passi e posso accarezzare la lapide con il suo nome.. Diego… il nome che
mi ha lasciato, rimango un po’ con lui prima di uscire e ritrovare i miei amici,
camminiamo verso Quota 33, i paracadutisti della Folgore, Ciampi, la signora
Dominioni e tanta gente non mi impediscono di immaginare la pace che tornerà
presto qui, fra il silenzio del deserto, l’azzurro del cielo e il blu del mare.
Ritorno al Sacrario con gli amici, l’emozione lascia spazio
a una grande serenità, un saluto a Diego e a tutti i nostri Caduti, una breve
visita al museo, alla Stazione e al monumento dei 111 Km… da lontano il
Sacrario Tedesco, il Cimitero Inglese, quello Francese e chissà quante cose non
abbiamo visto, parliamo della grande lucentezza morale di questa bella giornata,
di questa guerra e di questi Uomini da oggi un po’ meno dimenticati.
Diego Tonelli